Di recente mi è stata affidata un’icona devastata dalle muffe (povera!), con lo scopo di «curarla».
Da lì, l’idea di dare qualche piccola indicazione su come tenere un’icona in casa, evitando (per quanto possibile) danni di ogni genere, quindi non solo muffe.
Beninteso: sto parlando di icone «vere», non sto parlando di tavolette di pioppo serigrafate e nemmeno di soggetti tipici dell’iconografia realizzati con colori acrilici o altre robe del genere.
Parlo dell’icona realizzata secondo la tecnica della tempera all’uovo, con pigmenti naturali, ecc. (vedi il sussidio «L’icona» alla pagina sussidi).
Innanzitutto, l’icona è un oggetto delicato: evitare il contatto, soprattutto delle parti in oro, con cornici, anelli, unghie, corpi contundenti.
Lasciare l’icona in un ambiente asciutto, ben areato (non in luoghi umidi; umidità = muffe), non coperta da panni o teli di plastica: è meglio che prenda un po’ di polvere, piuttosto che tenerla coperta o, peggio, chiusa in un armadio o in un cassetto. Per togliere la polvere, utilizzare un panno morbido.
Se trovate qualche cacca di ragno, un batuffolo inumidito con acqua (sfregato con un po’ di delicatezza) è sufficiente.
Meglio evitare anche i raggi diretti del sole.
Ma un oggetto così «delicato» come può accompagnarci nel cammino di un culto «vissuto»? L’icona può essere baciata, toccata, tenuta anche in braccio (anzi!)… Basta avere le accortezze di cui sopra.
A volte, scherzando (ma neanche troppo), quando porgo un’icona ai ragazzini delle medie (o anche più grandi), mettendogliela tra le mani, dico: ricordatevi che avete in braccio un bambino di un mese!!!!… Con sua mamma davanti!
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