Benvenuto in questo blog, nato per chi ama le icone, per chi vorrebbe conoscerle (chi parte da zero e chi ne è già stato conquistato), per chi vorrebbe condividere un tempo di preghiera davanti all'icona e per chi avrebbe il desiderio di arrivare a "scriverne" una... e poi tante altre.

venerdì 28 ottobre 2016

«Portatori sani di nimbo dorato: il calendario dei santi nascosti»

Si avvicina il primo novembre, giorno in cui la Chiesa fa memoria in Occidente di tutti i santi, in Oriente dei santi Cosma e Damiano. Due ricorrenze che lasciano spazio ad una riflessione forse non scontata.
Quando a scuola chiedo ai ragazzi «chi sono i santi?», la risposta che va per la maggiore (se non l’unica) è «quelli del calendario»; certo la risposta non vuole essere un’allusione a calciatori, veline, personaggi famosi… Ma a quei «nomi» che proprio sui calendari sono scritti con una esse puntata davanti al nome.
Fosse così semplice e scontato rispondere ad una domanda nell’ora di religione, non ne avrebbero di certo fatto una materia scolastica. E, allora, come una trivella che scende in profondità, così è l’insegnante, che prosegue con domande via via più impegnative, fino ad arrivare al nocciolo della questione: «che differenza c’è tra essere santi e vivere santamente?».
A quel punto, in genere, il silenzio regna sovrano (ebbene sì, anche nell’ora di religione nelle classi delle medie).
Ecco che nella festa del 1 novembre possiamo trovare la risposta: la festa di tutti i santi non è la festa solo di quelli con la esse puntata davanti al nome, scritti sul calendario, ma la festa di tutti coloro che hanno vissuto santamente. Fin qui, tutto più o meno apparentemente scontato (… come nella pubblicità della Coop).
Pensiamo a quanti, anche accanto a noi, potrebbero essere ricordati e festeggiati in questa occasione.
E mi chiedo: perché aspettare che uno sia morto? Perché bisogna sempre aspettare che uno non ci sia più per parlarne bene? Perché non siamo capaci di dire grazie subito a chi ci fa del bene?... Persone che incontriamo ogni giorno, o incontrate in una sola particolare occasione e a cui sentiamo di voler dire grazie, qui, ora, per quello che ci hanno offerto in termini di esempio, gentilezza, aiuto, cortesia, professionalità, conforto… Anche chi ci ha aiutato a ridere o a sorridere: tutto questo è «vivere santamente».

Nelle icone, a circondare il volto dei santi, abbiamo il nimbo dorato (volgarmente detto aureola), che non va letto meramente come un attributo della santità, ma come un prolungamento della luce del volto del santo, quella pienezza di immagine e somiglianza cristoforme che il santo ha irradiato in vita. Insomma: il «santo» è quella persona, quel volto, quell’atteggiamento incarnato di accoglienza cordiale e sincera, che tutti vorremmo incontrare; quella persona, che incontri spesso o che magari hai incontrato una volta sola, che ti ha fatto sentire a casa.
Se vogliamo dirla biblicamente, vado in prestito dal Libro dei Proverbi, capitolo 15:
«Una risposta gentile calma la collera […].
Una lingua dolce è un albero di vita […].
Un cuore lieto rende ilare il volto […].
Uno sguardo luminoso allieta il cuore».
Sarebbe bello se ciascuno provasse a far propri questi atteggiamenti, questa cristoformità, per divenire tutti dei portatori sani di nimbo dorato, qui, ora… Vivere santamente.

Mi piacerebbe pubblicare un calendario dal titolo: «calendario dei santi nascosti».
Sarebbe il calendario di tutti coloro che non hanno avuto alle spalle una congregazione (o robe del genere) per riempire i fascicoli della Città del Vaticano e che, quindi, non sono finiti o non finiranno mai su un calendario stampato, ma hanno fatto o stanno facendo funzionare bene questo mondo, che è la prima responsabilità che il Signore ci ha messo tra le mani; che aiutano le persone, che sono il primo dono che il Signore ci ha messo a fianco; che sono capaci non solo di fare cose o svolgere funzioni e mansioni, ma di prendersele a cuore.
Un giorno parlai di questa idea con un’amica e poi le chiesi: «tu chi metteresti in questo calendario?»
Lei mi rispose: «mio nonno… non smetterei mai di dirgli grazie».
Ecco cosa significa «vivere santamente»: essere persone che, nel loro quotidiano, sanno suscitare dei «grazie» nel cuore di chi le incontra.
C’è una persona a cui vorresti dire «grazie»?
Ebbene, questa persona meriterebbe di certo una pagina, un giorno, un ricordo, nel calendario dei santi nascosti.
Questa persona merita di godersi la festa del primo novembre, per prepararci alla quale invito tutti a pensare chi vorremmo mettere nel «calendario dei santi nascosti».

A questo punto, continuerò prossimamente con i santi Cosma e Damiano (che, per noi occidentali, sono quasi dei «santi nascosti», pur avendo il nome sul calendario) di cui pubblicherò anche un semplice sussidio ad accompagnare un’icona che scrissi nel gennaio scorso.

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