Benvenuto in questo blog, nato per chi ama le icone, per chi vorrebbe conoscerle (chi parte da zero e chi ne è già stato conquistato), per chi vorrebbe condividere un tempo di preghiera davanti all'icona e per chi avrebbe il desiderio di arrivare a "scriverne" una... e poi tante altre.

venerdì 23 settembre 2016

«L’angolo bello»

Qualche settimana fa ho accennato all’«angolo bello».
Che cos’è questo «angolo bello»?
Nelle case dei fratelli Cristiani d’Oriente si tratta dell’angolo dove viene appesa un’icona o un crocifisso con una candela accesa, adornato con qualche drappo di lino o sul quale viene spesso ricamata una preghiera o un’invocazione.

È quell’angolo che, grazie all’icona, apre la stanza all’aldilà, al mondo di Dio, e fa arrivare nel nostro spazio, nella stanza del quotidiano, lo sguardo divino che traspare attraverso la luce dorata dell’immagine sacra.
«Cappella domestica» che favorisce una precisa dimensione della spiritualità: quella di lavorare, vivere, mangiare, sotto lo sguardo di Dio. Si inizia, così, a percepire la presenza di Dio, il suo vegliare sulla famiglia e su tutto ciò che accade nella casa.
L’angolo bello è la porta della mia quotidianità in cui posso far entrare il Signore, in un momento a tu per tu con Lui.
Davanti all’icona non si svolgono solo i momenti belli, ma accadono anche cose difficili, gravi, peccaminose; ma Dio è lì, guarda con la sua misericordia, benedice e sana.
Quest’angolo della benedizione, attraverso il suo sguardo, insegna al cristiano a vedere, anche nelle fatiche della vita e nella lotta contro il male, la presenza, l’azione e la salvezza di Dio sempre costante.
Spesso si sente parlare delle «icone miracolose»: non sono quelle icone dotate di superpoteri; sono quelle icone contemplate dal credente nell’angolo bello, la cui frequentazione ne lavora il cuore, facendone una dimora per il Signore; è la vita abitata dal Signore che compie miracoli; è la Bellezza contemplata che poi risplende, bella, nella vita quotidiana dell’uomo.
D’estate vado a trovare i ragazzi che ho a scuola al centro estivo in montagna; hanno una settimana a disposizione per costruire una sorta di «ranch» caratterizzato da diversi ambienti: l’angolo-famiglia, l’angolo-caccia/sport, l’orto e l’angolo religioso… che poi corrisponde a quello che fino ad ora abbiamo chiamato «angolo bello»; di solito compaiono sempre una croce, dei sassi e un inginocchiatoio: molta natura, ma poca gioia (come se pregare voglia dire per forza annoiarsi) e soprattutto poca «quotidianità» come se la preghiera e la vita non c’entrassero niente una con l’altra. Invece il cuore di un angolo bello è proprio l’incontro tra il cielo e la terra e un angolo sarà tanto più bello e tanto più «riuscito» quanto più sarà capace di favorire questo legame e questo incontro.

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